PARERI NEGATIVI ESPRESSI DAI SOCI
SU INIZIATIVA "RICORDI STAMPATI"
ED EVENTUALE COINVOLGIMENTO DELL'ASSOCIAZIONE
*** L'idea in sè poteva essere carina, renderla un format la spersonalizza e la vedo come un possibile danno ai mercati locali. Oltretutto il fatto che il camp per le selezioni sia a pagamento mi ricorda le aziende piramidali che ti fanno acquistare il kit di inizio attività (a caro prezzo).
*** 50€ per un ritratto; sarebbe la conferma che le fotografie valgono un cazzo. Piuttosto le regalo.
*** Condivido appieno i pareri negativi proposti per la valutazione del progetto. In particolare trovo contraddittorio e foriero di negatività l'idea del format preimpostato che di fatto riduce i fotografi a semplici esecutori, cosa che già il mercato tende a fare in quasi tutti campi di attività fotografica.
*** Prima considerazione: assegnare lo stesso prezzo alla fotografia (stampata o non stampata è irrilevante) e alla cornice mi sembra un vero lapsus freudiano. Per quel poco che ne so la filosofia di lavoro di Benedusi è ben lontana dalla mia, probabilmente antitetica.
*** Credo che la tendenza ad abbassare sempre di più i prezzi, tolga autorevolezza alla nostra professione. Ormai ho una certa età, ma mantenendo sempre prezzi molto alti ho potuto avere una vita dove ho potuto fare un sacco di cose e, cosa molto importante, avere un'attrezzatura fotografica di alto livello
*** Personalmente ritengo molto criticabile l’ipotesi del meccanismo di selezione, in occasione di un Camp a pagamento: una vendita di sogni a danno dei più deboli.
*** Credo che questa iniziativa sia da inquadrare di più come offerta commerciale che non come sperimentazione artistica. A mio parere TAU Visual dovrebbe astenersi dall'appoggiarla, diversamente ognuno dei soci potrebbe/dovrebbe reclamarne il diritto. Non credo sia questo lo scopo dell'Associazione.
*** E' solo un'operazione commerciale molto furba, fotografia e ricordi qui non c'entrano proprio. L'associazione dovrebbe sostenere tutti e non solo pochi eletti. I fotografi scelti (come e da chi?) avrebbero un tale ritorno che gli altri non lavorerebbero più.
*** Non mi piace che il camp per la selezione dei fotografi sia a pagamento.
*** I contro sono di più che i pro, considero che il mercato generale della fotografia ne soffrirebbe per il basso costo dei ritratti. Ricordiamo che stiamo vendendo un ritratto stampato (pezzo unico, non riproducibile) fatto da un fotografo professionista.
*** I prezzi sono troppo bassi, io ho un altro stile. Se Benedusi lo vuole fare, perché non se lo fa da solo?
*** Io adoro i ritratti e la loro stampa fine art. Non amo i format però. E non mi piace l'idea di sempre più fotografi (e fotografe, ma meno) di lucrare su varie forme di formazione per altri fotografi.
*** I prezzi sono troppo bassi, tolgono il valore del mio lavoro e dei miei studi di anni. Inoltre il progetto sarà imitato in modo selvaggio, togliendo ancora di più la possibilità di elevare il ritratto d’autore
*** Il franchising della fotografia autoriale non può e non deve esistere. Per promuovere l'importanza del ritratto si possono trovare altre modalità.
*** In un mondo di Selfy, come utente finale se voglio farmi fare un ritratto me lo faccio fare ai sali d'argento e soprattutto firmato e del formato che voglio
*** L'adozione di un format definito per la realizzazione delle immagini si contrappone al concetto di autorialità personale del ritrattista.
*** Mi sembra assurdo che per essere selezionati sia necessario pagare. Come spesso accade Benedusi crede di essere meglio di tutti gli altri e crea scompiglio solo per i propri interessi e per nutrire il proprio ego.
*** Mi trovo in linea con chi considera l'iniziativa interessante culturalmente ma potenzialmente penalizzante per la categoria professionale così com'è stata pensata.
*** Nella persona di Settimio è una bella iniziativa. Diffusa e riportata a livello nazionale come gruppo sarebbe la costituzione di una "casta" che in diversi modi già sottolineati potrebbe creare difficoltà ai colleghi.
*** Non amo la standardizzazione, credo che la forza di ogni autore sia il proprio stile personale. In più sono automaticamente esclusi i soci in difficoltà e probabilmente quelli senza una sede fisica.
*** Non mi piacerebbe diventasse tipo una catena di Mac Donald della fotografia...tutto molto uniformato.
*** Non siate anche voi artefici del deprezzamento del nostro lavoro. Non è questo il metodo per sensibilizzare il pubblico verso la stampa. Parliamo, educhiamo le persone, non regaliamo il nostro lavoro!
*** Penso che inneschi una gara al ribasso ed una conseguente standardizzazione della fotografia d'autore. Questo non fa bene ne’ alla fotografia e nemmeno ai fotografi che parteciperanno. Si tratta di rinunciare alla propria individualità a favore di un singolo.
*** Trovo l’iniziativa Ricordi lodevole fin quando resta un evento limitato. Diventando un prodotto replicato in vari sedi da altri fotografi dà l’idea di un franchising e quindi di una mancanza di creatività e autorevolezza. Per non discutere del prezzo troppo basso che non è sostenibile per partita iva
*** Semplicemente non la reputo una iniziativa degna di nota e sono più propenso a schierarmi dalla parte del NO
*** Sinceramente la leggo più come una proposta di business per gli organizzatori/autori appunto della grande macchina, piuttosto che un'azione volta a stimolare cultura visuale ed indotto commerciale;
*** Trovo che le criticità espresse nei commenti negativi molto più valide e concrete che gli effetti positivi di clonare l’iniziativa e diffonderla a scala nazionale. Credo che l’effetto domino al ribasso della qualità del servizio e dei suoi costi sarà inesorabile. Settimio dovrebbe continuare di persona
*** Trovo sbagliata l'iniziativa, perlomeno per come è posta. In ogni caso ben venga il confronto, parliamone, discutiamone, ma per favore, vi prego, lasciamo fuori l'arte da queste che sono iniziative puramente commerciali. Essere professionisti dovrebbe significare anche sapere di cosa si sta parlando
*** Tutto quello che riguarda l'iniziativa del fotografo Settimio Benedusi non mi interessa.
*** Viene meno l’autorialità, sembra più un’operazione di marketing
*** cit: I prezzi delle sessioni normali previste dal format (50 euro A4 - 80 euro A3) sono bassi rispetto al livello di autorialita', e questo innescherà un effetto domino di risposta al ribasso, deprimendo il mercato specifico del ritratto a privati.
*** Creare un format che di fatto annulli la soggettività e la personalità dell’opera e dell’autore credo sia deleteria e sminuisca il concetto della “ritrattistica d’autore”.
*** Di primo acchito, sembrerebbe una buona operazione, ma, credo, che nel giro di poco tempo vedremo il proliferare di operazioni di questo genere con un’inevitabile Corsa al ribasso e, cosa che ormai accade sempre più spesso ci si ritroverà a lavorare per pochi spiccioli
*** E’ una iniziativa commerciale che implica a un fotografo di scattare un format. Penso forse servirebbero bravi esecutori piu’ che fotografi ‘che lavorano come tali’
*** Essendo un'idea di Settimio/Toscani lasciamola fare a loro. (Toscani per quanto riguarda il suo lavoro commerciale)
*** Ho risposto "no" alla selezione per il semplice motivo che trovo assurdo pagare per una selezione! Il resto ve lo scrivo nella mail...
*** Io personalmente ho sia lo studio che il negozio con stampa fotografica, i miei servizi vengono consegnati sempre con delle stampe, lo considero fondamentale. Concordo sui punti del contro, perché sminuiscono il lavoro della sessione con prezzi troppo bassi. Sparisce l'individualismo.
*** La fotografia commerciale è già arrivata a livelli bassissimi ed è svilente pensare che anche quella autoriale debba seguirne le sorti
*** L'iniziativa nella mia Area lavorativa, in cui operano pochi fotografi professionisti ma tantissimi "fotografi abusivi" presenti sempre ovunque, provocherebbe semplicemente un effetto di clonaggio e concorrenza sleale in chi come me effettua in studio i ritratti ai clienti.
*** Lo scopo mi sembra giusto. La modalità mi sembra poco lungimirante. bisogna far desiderare alle famiglie di fare un ritratto di famiglia, non proporglielo facilmente.
*** Mah, non sono entusiasta. Mi sembra difficile standardizzare così modi di lavorare e costi e costi
*** Prezzi troppo bassi per un'operazione autoriale
*** Sarebbe inflazionato il lavoro di molti ritrattisti seri. Caduta a picco di prezzi di mercato già difficili da supportare.
*** Sono concorde con coloro che sostengono che un'iniziativa del genere, con i prezzi riportati non possa fare altro che portare a una corsa al ribasso che il nostro settore non ha bisogno.
*** Sono un sostenitore della fotografia vista come visione personale del fotografo, i format vanno nella direzione opposta. Faccio questo lavoro perché mi piace, non perché si guadagna bene e vedere il modello franchising applicato alla fotografia secondo me la sminuisce.
*** A mio giudizio il valore sta nell' espressività dell’immagine la stampa sia pure fine-Art è solo uno dei possibili supporti o modi di visualizzare l'immagine. Lo scopo più nobile dovrebbe essere quello di fare felice la persona ritratta quindi se c'è chi apprezza ha senso proporre il format.
*** Anche se l’iniziativa in sé è interessante a mio parere genererebbe un impatto negativo sia perché dato i prezzi la gente aspetterebbe quest’ evento per realizzare i loro ritratti evitando i fotografi di zona, sia perché sarebbe a favore di pochi selezionati.
*** Come letto anche in un altro parere, trovo che uniformare lo stile di diversi fotografi sia limitante e riduttivo delle caratteristiche e capacità personali
*** Credo che il sig. Benedusi stia vendendo come format un prodotto che esiste da più di un secolo. Non mi conformerei mai ad uno stile fotografico standardizzato. Non pagherei per un workshop per diventare un clone di Benedusi, fotografo che stimo e da cui sicuramente avrei tanto da imparare.
*** Data la mia età e gli anni spesi a fotografare professionalmente non riterrei adeguato pagare per eventualmente essere selezionato. Forse di interesse per un nuovo socio giovane che ha bisogno di contatti.
*** Espandendo i punti vendita potrebbe fare effetto franchising= meno professionale. ok per far tornare il ritratto "di moda" ma si può fare anche tramite un'iniziativa comune e sponsorizzata da tutti i fotografi per attirare clienti.
*** Il prezzo è troppo basso
*** Mi sembra che un ritratto, a parte la stampa, fatto a questi prezzi costi meno di un buon pranzo! non c'è paragone con il "valore" di un ritratto fatto da un buon fotografo...la stampa, la cornice...ma che valore dai alla tua capacita'?
*** Non facciamo della fotografia un talent show e nemmeno uniformiamo la ritrattistica in un format
*** Non voglio fare polemica, ma siete sicuri che ci sia tanta gente disposta a pagare € 50,00 per un 20x30? io di professione sono più stampatore che fotografo e vedo gente che torna dalle vacanze in villaggio turistico che hanno pagato € 10,00 una foto e che considerano il fotografo un ladro.
*** Partecipare comporta un costo per partecipare al campus, agevolerebbe solo i "fotografi" facoltosi.
*** Penso che l'iniziativa per sè è interessante e ha avuto successo perché un evento unico e limitato nel tempo, nel momento in cui diventa fruibile in ogni momento dell'anno, l'interesse si abbassa e farne poche al mese a 50 euro diventa un costo invece di un guadagno
*** Personalmente credo che l'iniziativa per quanto "simpatica" snaturi l'autorialità personale del ritrattista.
*** Questa iniziativa mi lascia delle perplessità, non capisco in che cosa consista la novità, e in che termini si svolga la collaborazione.
*** Sono d' accordo sul fatto che è importante veicolare il massaggio sull' importanza della foto di famiglia stampata fatta da un professionista, ma i prezzi sono troppi bassi e potrebbe risultare una concorrenza sleale verso chi già cerca di fare questo. Sfruttando il nome Benedusi.
*** Tau Visual dovrebbe essere super partes e non promuovere iniziative commerciali. A memoria mi sembra che le convenzioni siano di altra natura (% di sconto) e non vadano a proporre iniziative di questo tipo. Mi sembra di ricordare. Forse andiamo contro ad un principio dell'associazione?
*** Tau Visual si contraddistingue per la sua politica "super partes" per la diffusione della cultura fotografica. Questo evento dubito che potrebbe garantire la sua immagine
*** Trovo che il prezzo sia eccessivamente basso, il prezzo finale della singola foto dovrebbe essere almeno il doppio
*** Trovo che possa essere interessante finché rimane un'iniziativa del singolo fotografo, che abbia quindi un taglio personale. La standardizzazione di un processo creativo come il ritratto la trovo deleteria sia per il fotografo che per i clienti.
*** Trovo i pareri a sfavore molto più veritieri, inoltre la questione della stampa immediata potrebbe portare a una diffusione di stampa di basso livello (per chi non si attrezza più che adeguatamente e il che prevede un investimento non indifferente se il professionista non in è già in possesso di 1 strumento valido)
*** Trovo lodevole che un fotografo voglia condividere la sua esperienza con altri colleghi tuttavia non trovo corretto che il camp sia a pagamento generando un’operazione commerciale utile solo al singolo selezionatore e non mi piace che l'associazione venga coinvolta in cose che beneficiano pochi
*** Ufficializzare un costo di questo tipo farebbe male si colleghi che oggi riescono a farsi riconoscere 10 volte tanto.
*** Le tariffe sono troppo basse in un mercato come quello Bolognese diventerebbe un riferimento per i clienti
*** Probabilmente separerei la selezione dal camp.
*** A livello locale innescherebbe quello che il mercato delle fotografia ha compiuto per anni, così com’è strutturati i fotografi da studiolo; una concorrenza al ribasso con iniziative multiple a sputtanare la valenza degli intenti.
*** Premetto non è il mio forte il ritratto in ogni caso non mi piace farmi giudicare da estranei
*** È un progetto personale di un membro, a scopo di lucro e non dà alcun miglioramento a tau.
*** Le considerazioni che ho da fare in merito sono criticità già citate, ho paura che la cosa possa generare una guerra al ribasso sui prezzi, dove da una parte viene dato valore alla ritrattistica, dall'altra se ne perdono valore e autorialità
*** Non mi pare che iniziative di questo tipo siano vantaggiose per dare alla fotografia ed ai fotografi più credibilità professionale e quindi eviterei l'appoggio dell'associazione. Buon lavoro
*** Iniziativa negativa per questi i motivi: format rigido da fototessera che toglie valore all'aspetto fondamentale del rapporto personale fra fotografo e soggetto; mancanza di "autorialità" e creatività del fotografo; serialità banale e stucchevole; prezzi troppo bassi che danneggiano il settore
*** Ritengo che il prezzo di vendita sia troppo basso
*** L'associazione dovrebbe occuparsi di altro e NON di business per i singoli. Queste proposte puramente commerciali non riguardano a mio avviso la cultura fotografica ne gli scopi dell'associazione ma è semplice lavoro a scopo di lucro. Non condivido tale scelta. Ma è una pura opinione personale.
*** Non riesco a capire il motivo di chiedere denaro per fare una selezione, che poi tanto finiranno sempre i soliti a lavorare... perché pagare per partecipare a una gara? Fosse un contributo di 5 Euro per spese amministrative, potrei capire, ma non sono 5 Euro? Giusto? Non è scritto da alcuna parte il costo per partecipare... Mi domando per quale motivo dobbiamo continuare a fare auto-business: un fotografo pro che vende a un fotografo pro, ormai negli ultimi 2-3 anni ogni fotografo ha qualcosa da vendere ad altri colleghi, fra workshop e corsi vari, meeting e chi più ne ha più ne metta. Ma la vogliamo finire? Uniamo invece le forze per vendere al consumatore tradizionale, quello è vendere, quello deve essere il nostro mercato!
*** Trovo la cosa veramente inutile, non ne capisco le potenzialità e neanche l'utilità, trovo l'iniziativa scollegata dalla realtà, il mercato romano è uno dei peggiori d'Italia, creare uno standard e farsi pagare € 50 un A4, la trovo una cosa assai improbabile.
*** Sono contro il Camp perché: 1. porta alla standardizzazione 2. TAU Visual potrebbe già individuare i suoi potenziali ritrattisti di spessore e capacità
*** Da cliente io vorrei un ritratto di Benedusi, non di un ritratto copiato da Benedusi. Ciascuno di noi ritrattisti ha uno stile di scatto ed editing ed è interessante promuovere l’autorialità, a meno che non si parli di fototessere. Inoltre schema di luce, sfondo e editing di Ricordi Stampati non sono esattamente avanguardia pura, e alcuni competitor già vendono lo stesso format (oppure, più in buona fede, lo vendevano anche prima).
*** Immagino che gli acquirenti del brand pagheranno una fee a Benedusi (insomma, una sorta di Tecnocasa delle foto): ha forse senso finché sei agli inizi e sfrutti un nome per incrementare i clienti ma io non saprei come tenere a bada la creatività dei fotografi (se faccio il ritratto di famiglia con le persone nude è un’opera mia o devo pagare la fee?).
Benedusi ha inoltre un’immagine pubblica volutamente blastante ed iperegoica (con scivoloni omofobici e sessisti), io non amo chi si sente superiore in base a quanto gli altri sono inferiori e non mi piacerebbe che l’associazione sostenesse questo modo di fare cultura fotografica. Ma questo è un mio approccio alla violenza verbale da social.
*** mi domando se sia saggio che l’associazione collabori con questa proposta: se lo facesse creerebbe un precedente per cui tutti i soci che hanno un progetto potrebbero richiedere lo stesso coinvolgimento, a fronte, ogni volta, di una valutazione sulla bontà del progetto, col rischio di ricevere richieste per i workshop, i canali YouTube e format per fotografi di matrimonio.
Io credo che ciascuna attività professionale debba essere condotta in base alla propria sensibilità di imprenditore. L’associazione per me deve rimanere orientata a iniziative di condivisione al di sopra delle parti.
*** Conosco benissimo Ricordi e tutto il teatrino che ci sta dietro.
L’iniziativa è nata perché qualche fotografo che un tempo era ben piazzato sul mercato adesso commercialmente non funziona più e, avendo la necessità (più che legittima) di portare a casa la pagnotta e rimettere in circolazione il proprio nome si è dovuto inventare qualcosa
*** Sicuramente le edizioni di Ricordi fatte fino ad ora hanno avuto successo, ma ciò è dato soprattutto dal fatto che a fotografare era fotografi noti, anzi erano i soliti noti per cui qualsiasi associazione si cala le braghe per loro (tiratina di orecchie a tau visual e tiratona ad afip).
Capisco che vogliano espandere il format per renderlo sempre più popolare proponendo fotografi che lavorerebbero sottocosto e mantenendosi loro alcune sessioni a prezzi decisamente degni della nostra professione. Un po’ come il calcio: rendiamolo popolare e facciamo giocare tutti ma i soldi circoleranno solo nella serie A.
*** (…) Oltretutto dover anche pagare per candidarsi (nascondendo il costo sotto forma di eventi formativi) mi sembra proprio vergognoso, di solito se vuoi espandere un format ci investi o trovi investitori, non vai a prendere soldi da quei poveretti che sperano di guadagnare qualcosa grazie al format in cui li trascini illudendoli che la causa farà bene alle loro tasche e alla fotografia in generale.
*** Prima di tutto credo che più che parlare di "progetto" si debba parlare di iniziativa imprenditoriale del fotografo.
A prescindere dai vari compensi ai fotografi locali, il marchio "ricordi stampanti" acquisirebbe notorietà con il vantaggio (anche pur disinteressato) dell'ideatore.
*** Il vero nodo della questione a mio avvisto sta nel carattere "etico" nel progetto che non mi appare come descritto da voi.
Se una "cosa" passa di moda (o meglio, non è di moda) non è compito di nessuno riportarla alla ribalta.
Se sposassimo questo principio si finirebbe solo col cercare di riesumare continuamente situazioni del passato non facendo nulla per quelle presenti
*** Assolutamente non condivido l'eventuale costo d'iscrizione (più spese di viaggio) per la selezione dei ritrattisti, quando poi si potrebbe fare tutto on-line.
*** Mettere il “cappello” su questa operazione significherebbe legittimare gli eventuali protagonisti come se rispecchiassero il valore etico che TAU Visual ha costruito negli anni e con chissà quale fatica. Purtroppo, non nutro grandi speranze perché non si tratta solo di frammentazione della categoria, ma piuttosto un’incognita sul valore reale dei “fortunati” prescelti a discapito di un reale valore presente sul territorio.
*** (…) si potrebbe prescindere dal tentativo di finalizzare al proprio mero interesse di notorietà, per giunta con l’egida Tau Visual?
*** Condivido tutte le riflessioni legate ai pareri pro e contro, personalmente ciò che mi ha fatto storcere più il naso è la necessità di iscriversi al campo per sostenere il colloquio, e che tale evento sia a pagamento. Riconosco l'importanza della formazione e il valore delle occasioni di confronto, e naturalmente comprendo anche la necessità di incontrare e selezionare i professionisti più adatti per il lavoro, però sarebbe stato molto più elegante (e corretto) se i due momenti fossero stati distinti.
*** Mi sembrerebbe più onesto fare una selezione tramite portfolio e colloquio e solo successivamente organizzare un workshop per i fotografi selezionati.
*** E’ difficile far capire alle persone che si tratta di fotografia autoriale se poi il prezzo (compresa la stampa) è di 50€. Vuol dire che un fotografo che propone il suo ritratto anche solo a 100€ viene visto come scorretto. Anche perché per Benedusi conta anche il nome, se Benedusi con la sua esperienza fa un ritratto d’autore a 50€ un altro che non ha i suoi anni d’esperienza e la sua fama come può far accettare una cifra più alta?
*** Riconosco a Benedusi un vantaggio di esperienza e pacchetto clienti, un grande coraggio nelle sue iniziative ma purtroppo manca del tutto di umiltà. Settimio è un ottimo fotografo, ma per me è un collega e non un maestro. Un collega più anziano, con maggiore esperienza… ma pur sempre un collega.
*** (cit.) 2a) Si tratta di una proposta che si tradurrebbe in un'occasione significativa di guadagno, per i fotografi selezionati.
Si, come un qualsiasi studio che sotto Natale organizza la mini sessione di ritratto per famiglie a 70 euro o la sessione di ritratto con il tuo animale a 50 euro. Sinceramente non vedo grosse differenze tra questo progetto ed una qualsiasi mini sessione organizzata da un qualsiasi altro studio fotografico di paese. A parte la certezza che i ritratti saranno di buon gusto e tecnicamente ineccepibili (se eseguiti da Benedusi o Thorimbert)
*** Io trovo criticabile tutto. Anche molto. Ma penso che non si possa impedire il gesto. Un po’ come altre cose che sono successe. Sarebbe bello cancellare molte azioni accadute.
Ma è mutazione. Non la fermi la mutazione sociale. Innovazione porta con sé feriti e morti. Ma dalla scoperta del fuoco va così.
Però penso che alcune sentinelle facciano bene a dare l’allarme. E penso che Tau Visual non debba dare la spalla a una cosa così.
*** (…) Penso che sia un’operazione commerciale che ha come scopo solo quello di far guadagnare il sig. Benedusi, e quello di sfruttare le risorse di un territorio a proprio piacimento e per proprio tornaconto. Non tutte le città sono uguali e possono accogliere uno stravolgimento tale.
Fotografia e ricordi qui non c’entrano proprio!
Chi sceglierà i fotografi e come? Sicuramente non sarà meritocratico, forse si sceglieranno in base a criteri estetici, di simpatia e di popolarità su Facebook? Molto probabile.
Quanti lavoreranno? I fotografi che fanno servizi a persone sono quasi tutti anche ritrattisti, ma quanti ritratti o servizi a persone si fanno ad oggi (a parte matrimoni)?
Perché invece di appoggiare il baraccone del sig. Benedusi non si fa un po’ di pubblicità e di educazione all’immagine come associazione? Così ne beneficiamo tutti?
*** Perché un fotografo di studio, padronanza di luce dovrebbe spendere in un camp?
*** Io il mio stile cerco ogni giorno di coltivarlo e farlo crescere: supponiamo che io sia in grado di imitare lo stile di "Ricordi Stampati" e mi imbarchi nell'impresa. Che senso avrebbe? Ok, avrei guadagnato dei soldi, forse anche più di quelli che guadagno di solito. Sarei entrata in contatto con dei miei potenziali clienti, ma che messaggio avrei dato loro? Sarebbe coerente con quello che cerco di comunicare ogni giorno? Sarebbe coerente con quello che poi trovano in studio da me? No, perché il mio stile è molto diverso e la mia ambizione è quella di renderlo sempre più riconoscibile. Vado in brodo di giuggiole quando qualcuno mi dice che è andato a casa di un amico o in un locale, ha visto una foto appesa al muro e gli ha chiesto se era realizzata da me, ed effettivamente lo era. Che senso avrebbe in questo percorso (per me e per chi apprezza il mio lavoro) che temporaneamente mi convertissi allo stile "Ricordi Stampati"? Secondo me non ne ha.
Il mio timore è che la proposta sia molto appetibile per chi uno stile non ce l'ha e probabilmente non ce l'avrà mai: per prima cosa trarrebbe molto vantaggio dal poter associare il proprio nome a quello di Benedusi e per seconda potrà procedere nel suo studio a "fare le foto come Benedusi" una volta capito il format. Quindi mi troverei girato l'angolo uno o più concorrenti unti dal signore che portano avanti il discorso che è figo avere delle foto che imitano un ceto stile "famoso"
*** Si rischia di emulare un “talent-show” con un evento del genere e non è certamente la cosa migliore. Quanti bravi fotografi non parteciperebbero nemmeno solo perché non possono perdere due o tre giorni per il camp? Farei la selezione dello staff in un altro modo.
*** Considerando i fotografi coinvolti e i prezzi bassi adottati, questa operazione provocherà - anche se già in atto - una inesorabile guerra tra poveri nel futuro.
*** Sono d'accordo con chi dice che il franchising della fotografia non può e non deve esistere. Nella sua banalità è una splendida idea, mi ha fatto riflettere sul fatto di dare un valore al ritratto, però tutto decade se demandato ad altri.
*** Nati liberi per morire liberi